(fotografato a Gorga - Lazio)
Iris germanica L.
Giaggiolo

Iridacee. Pianta erbacea perenne, con rizoma orizzontale, carnoso, affusolato, articolato in segmenti ovali dei quali l'ultimo produce radici e il primo foglie, con fusto cilindrico, robusto, alto fino a 1 m.
Foglie: parallelinervie, di colore verde glauco, quasi tutte basali, lineari ristrette all'apice in punta acuta, larghe fino a 4 cm e lunghe da 20 a 40 cm, ensiniformi, quelle cauline più corte, scariose e abbraccianti il fusto.
Fiori solitari alla fine dei fusti, grandi, vistosi e singolari, poco odorosi, di un bel viola brillante, all'inizio avvolti in una doppia spata bianco-membranosa. Stami bianchi con antere lunghe circa quanto il filamento; Il perigonio è formato da due verticilli alterni. Quello esterno presenta tre larghi tepali riflessi all'infuori, dtti ali o cascate, ornati in cima da una tipica barba gialla. Il verticillo interno si compone di tre tepali eretti, un pò più piccoli e chiari, detti vessilli.
Fiorisce febbraio - giugno.
Abbastanza comune intorno alle vecchie case, presso i ruderi e sotto i muri, dove i contadini lo piantavano a macchia o a schiera, perchè è bello e molto rustico, non ha bisogno di cure. Spesso si trova inselvatichito in terreni abbandonati, calcarei, rocciosi e ben soleggiati (0- 1200 m)
Nel fiorentino l'iris viene coltivato a scala industriale perchè dal suo rizoma si estrae una sostanza chimica chiamata irone, molto vicina all'essenza di violetta, da sempre componente pregiato nella preparazione dei profumi.
Il nome deriva dal greco antico iris "arcobaleno", per le sfumature di colore dei fiori. Iris, dea dell'Olimpo, era una messaggera molto veloce al servizio di Era, che consegnava gli ordini celesti agli uomini ed agli altri dei. L'arcobaleno era il tragitto seguito dalla stessa nel consegnare le missive.

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