(fotografata a Ciampino-Lazio)

Diplotaxis erucoides (L.) DC.
RUCOLA SELVATICA

Brassicaceae. Pianta erbacea annuale, alta 20-60 cm, fusto verde, striato, eretto, foglioso, ramificato, con piccolissimi peli sparsi, e radice fittonante. Le foglie ovali allungate con rara peluria, le basali possono arrivare a 15 cm di lunghezza, sono pennatosette, pennatopartite o lirate, strette,con 3-5 segmenti per lato, ovato-triangolari o oblunghi generalmente col segmento apicale più sviluppato, quelle superiori sessili, semplicemente crenate o leggermente dentate.
I fiori ermafroditi, attinomorfi, in numero di 4 o 5, sono raccolti in infiorescenze a racemo, all’apice dello scapo fiorale, calice con 4 sepali eretto-patenti, più corti del peduncolo (3-4 mm), gli esterni cuculiformi e gli interni sacciformi, corolla con 4 petali bianchi con venature violacee, tutto il fiore diventa violetto alla fine dell’antesi, 6 stami di cui 4 centrali più lunghi e 2 laterali più corti, pistillo centrale con ovario supero e stimma verde. Il frutto, portato da un pedicello 2-3 volte più corto, è una siliqua lineare, ascendente, compressa, glabra o pubescente con corto rostro, contenente 40 -80 semi di 1 mm, disposti su due file. Fiorisce tutto l’anno Bacino occidentale del Mediterraneo, dalla Liguria alla Spagna ed Algeria, climi secchi Infestante delle cerealicole, della bietola e delle colture erbacee in generale, vigneti, incolti, muri. da 0 a 1400 m.
Specie assai variabile, nella forma e divisione delle foglie, nella pelosità e nel colore dei petali.
Il nome del genere trae origine dal greco diplos = doppio e taxis = fila per la disposizione dei semi in due file nella siliqua. Il nome specifico si riferisce alla somiglianza con le piante del genere Eruca.
Buona pianta commestibile che viene consumata lessata in abbondante acqua salata e "ripassata" in padella con olio, aglio e pomodoro.

va a Diplotaxis tenuifolia

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