(fotografato all'Orto Botanico di Cagliari - Sardegna)

Astragalus terraccianoi Vals.
Astragalo di Terracciano


Fabaceae. Endemica Sarda. Capocaccia (Alghero)
Specie dedicate ad Achille Terracciano (1861-1917), pteridologo ed esploratore botanico, assistente all'Istituto Botanico di Roma, poi in quello di Palermo dove nel 1896 conseguì la libera docenza in Botanica Generale, nel 1892-93 si trova in Eritrea, dal 1906 al 1916 a Sassari dove fondò l'Orto Botanico, autore fra gli altri scritti di un Primo contributo a una monografia delle Agave (1885) e di La Flora Sardoa di M.A. Piazza da Villafranca redatta coi suoi manoscritti (1914).
Gli astragali delle alte montagne mediterranee rappresentano un importante testimonianza di una peculiare flora di arbusti spinosi pulvinanti che, a partire dalla zone desertiche di Africa e Asia, colonizzarono il Mediterraneo durante la crisi di salinità del Messiniano. Infatti in quel periodo il mar Mediterraneo si prosciugò quasi del tutto, lasciando al suo posto ampi pantani salmastri e facendo emergere la scarpata continentale. Proprio questi ambienti offrirono nuove nicchie ecologiche da colonizzare a diverse famiglie di piante, tra cui alcune Fabaceae come gli astragali, in grado di sopportare condizioni di siccità, l'intensa radiazione e il vento. In seguito con il graduale ritorno del mare a un livello normale, queste specie dovettero rifugiarsi sulle zone sommitali dei monti, dove ritrovarono condizioni simili.Tuttavia esistono ancora oggi alcuni specie relitte che sono rimaste sulla costa, come Astragalus terracianoi, che insieme a Centaurea horrida formano una peculiare gariga a arbusti pulvinanti spinosi, sulle costa Nord occidentale della Sardegna.

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