(fotografata a Camposecco - Monti Simbruini - Abruzzo)
Anemonoides nemorosa (L.) Holub
ANEMONE BIANCA

Ranunculaceae. Pianta di 10-25 cm; foglie quasi verticillate, picciolate, divise alla base, lunghe 3, 6 cm: lobi profondamente divisi (2-5) e grossolanamente dentati; fiori solitari, larghi 2-4 cm, perianzio composto da 6 -8 segmenti, bianchi o rosa esternamente, glabri.
Boschi di latifoglie decidui e di conifere, prati di montagna, orti, terreni ricchi di humus, molto diffusa in quasi tutta Europa.
Contiene due veleni: anemonina e protoenemonina.
Il nome del genere attribuito a Teofrasto significa fiore del vento per le fragili corolle variamente colorate che si agitano al minimo spirare del vento. Infatti in greco anemos = vento. E’ Ateneo che c’informa inoltre che Teofrasto conosceva tre diverse specie di Anemoni (il montano che fiorisce alla fine della primavera, il pratese che fiorisce in estate e il sativo i cui fiori si trovano dalla fine dell’Inverno a tutta la Primavera). Altre citazioni antiche di questo fiore abbiamo da Cratino (che menziona soprattutto la specie sativa); da Dioscoride (che ricorda due specie: silvestre e ortense); e anche Plinio (che usa il nome Anemone sativo). Altri testi (per spiegare l'origine del nome del genere) menzionano la parola latina anima = soffio vitale, per la breve vita dei suoi fiori. Altri ancora fanno derivare il nome del genere dal fiume Anemo che scorre presso Ravenna, dove si dice che per la prima volta gli antichi avrebbero scoperto questo fiore. Ma ci sono anche interpretazioni mitologiche: per i greci Anemone era la sposa di Zefiro (vento caldo dell’ovest che favoriva la nascita dei fiori e dei frutti). Il nome della specie invece deriva dal latino nemus = del bosco con evidente riferimento al suo habitat boschivo.
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